Oggi, 28 novembre 2024, è una di quelle giornate che rimarranno negli annali della tecnologia come un gigantesco “ops!”. Se hai provato a pagare con la carta o a prelevare da un bancomat, probabilmente hai vissuto un momento surreale. Niente pagamenti, niente prelievi, niente di niente. L’intera rete dei pagamenti elettronici in Italia – o almeno buona parte di essa – ha deciso di andare in pausa caffè, lasciandoci tutti a frugare nelle tasche alla disperata ricerca di monete dimenticate. E la cosa più inquietante? Nessuno sa esattamente cosa sia successo.
Pagamenti elettronici in tilt: un’apocalisse moderna
La prima avvisaglia è arrivata a Genova, dove supermercati e negozi hanno iniziato a segnalare problemi. Non parliamo di qualche POS capriccioso o di un singolo bancomat che si rifiutava di funzionare. No, parliamo di un vero e proprio black-out: carte Visa, Mastercard, circuiti di banche come Unicredit, Bpm, e persino sistemi come Satispay, tutto bloccato. E se pensavi di poter almeno pagare con i buoni pasto, ti sbagli di grosso. Il messaggio era chiaro: o paghi in contanti o non paghi affatto. Confesercenti Genova ha confermato che molti esercizi commerciali non avevano altra scelta che tornare all’era analogica. È come se improvvisamente fossimo tutti stati catapultati negli anni ‘90, ma senza il fascino delle cabine telefoniche.
Chi è il colpevole? Spoiler: nessuno si assume la colpa
Secondo Nexi Payments, uno dei principali operatori nel mondo dei pagamenti digitali, il problema deriva da un “incidente tecnico” generico, che ha causato un’interruzione diffusa della rete in Italia. La colpa, però, sembra estendersi oltre i confini nazionali. Il gigante dei servizi di pagamento Worldline ha confermato che il problema non è limitato all’Italia, ma interessa anche altre aree d’Europa. Insomma, siamo tutti sulla stessa barca... e la barca ha un grosso buco.
La vita senza Bancomat: un’esperienza al limite del grottesco
Immagina la scena: sei al supermercato, carrello pieno, pronto a pagare. Tiri fuori la tua carta con un sorriso soddisfatto, solo per vedere il cassiere scuotere la testa. “Solo contanti.” È il panico. Ti guardi intorno sperando di trovare qualcuno disposto a fare uno scambio di favori o, meglio, di spiccioli. Questo non è un racconto surreale: è quello che sta succedendo in tutta Italia.
I problemi non si fermano ai negozi. Gli sportelli bancomat sono fuori servizio, costringendo chiunque abbia bisogno di contanti a vagare di bancomat in bancomat, sperando di trovarne uno che funzioni. Il risultato? Lunghe code, volti frustrati, e un nuovo livello di stress collettivo. Anche i buoni pasto e i benefit elettronici, quei salvavita per molti lavoratori, sono in sciopero.
Questa non è una novità. Nel 2022, Nexi aveva già affrontato un problema simile che aveva bloccato gran parte del sistema dei pagamenti in Italia. E, ancora prima, altre interruzioni minori ci avevano dato un assaggio di quanto fragile sia la nostra infrastruttura digitale. Ma se due anni fa potevamo dare la colpa a “un evento isolato”, ora il pattern inizia a sembrare preoccupante. La rete tecnologica su cui si basa la nostra economia è davvero così affidabile?
Soluzioni? Praticamente inesistenti
In una situazione del genere, cosa puoi fare? Contanti, se ne hai. Ma se sei tra quelli che vivono di carte e wallet digitali, la situazione si fa complicata. Bonifici bancari? Troppo lenti. App come Satispay o Google Pay? Buona fortuna, visto che sono collegate alla stessa rete in tilt. E le criptovalute? Siamo seri: non sono esattamente la prima scelta per pagare una pizza o fare la spesa al supermercato.
Il futuro: dobbiamo preoccuparci?
Questo episodio ci mette davanti a una dura realtà: siamo totalmente dipendenti dalla tecnologia. E quando questa si rompe, tutto si ferma. Oggi sono i bancomat, ma cosa accadrà domani? Un blackout simile nel settore delle telecomunicazioni o dell’energia elettrica potrebbe avere conseguenze ancora più devastanti.
Nel frattempo, il consiglio è semplice: tieni sempre un po’ di contanti a portata di mano, magari un maialino salvadanaio nascosto da qualche parte. E la prossima volta che ti trovi a discutere con qualcuno che insiste che i contanti sono “superati”, ricordagli questa giornata. Perché, se c’è una cosa che abbiamo imparato oggi, è che l’età digitale è fantastica... finché non si rompe.
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