Negoziante chiede 15 euro per far provare le scarpe al cliente: avvocato mette le cose in chiaro

Fa scalpore la scelta di un negoziante, che chiede 15 euro per provare le scarpe nel suo negozio: ecco la risposta dell'avvocato sul tema. Si può far pagare un cliente che poi potrebbe non acquistare il prodotto? Ecco la risposta e tutti i dettagli.

Si può far pagare 15 euro per provare delle scarpe in un negozio fisico? L'avvocato Massimiliano Dona ne ha parlato in occasione di un intervento radio. Il tema rimbalzò sui principali media italiani qualche tempo fa: in una località turistica, infatti, un venditore stanco di incassare poco dopo aver dato assistenza ai clienti, espose un inequivocabile cartello a riguardo, chiedendo 15 euro per far provare le scarpe all'interno della sua attività.

Chiede 15 euro per far provare le scarpe: la pratica dello showrooming

Affinché un qualcosa di sconosciuto diventi noto e accettato dalla collettività gli si dà un nome. La pratica in questione va sotto il termine di showrooming, ovvero il pessimo costume da parte del consumatore che prova un capo o delle calzature in un negozio, fa la foto all'etichetta e, una volta uscito, se gli va bene, conclude il proprio acquisto sui siti concorrenti.

chiede 15 euro per provare le scarpe
La pratica dello showrooming e cosa fare a riguardo. Fonte: Instagram

Il commerciante, in particolare nelle località turistiche dove il prezzo è sicuramente più alto, fa così fatica a stare al passo con il mercato e i tempi che corrono. Alcuni hanno escogitato la trovata di far pagare al cliente 15 (fino anche a 20 in base al prodotto) euro per la prova delle scarpe. Il venditore, infatti, dopo aver dedicato tempo alla persona, aver fatto provare diverse calzature anche in base alle esigenze e alle taglia del consumatore che ha di fronte, aver destinato alla cura e alle attenzioni della persona anche personale addetto, viene così beffato.

 

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Ecco il parere dell'esperto avvocato Massimiliano Dona. Il professionista è intervenuto sul tema via radio con un giudizio negativo nei confronti dei commercianti che applicano questa tariffa. Commercianti che, però, , già prima del covid, si trovavano in una situazione non certo delle più rosee. Poi, l'avvocato ha dato un consiglio. "Credo che il negoziante, aggiungendo del servizio, potrebbe fidelizzare il suo cliente. Molto probabilmente lo si convincerebbe a comprare un paio di scarpe". Come? "Se gli dai consulenza, se spieghi che quel tipo di scarpa è adatta a una determinata attività piuttosto che a un'altra. Se poi, ancora, il prodotto va bene per una determinata cerimonia o è da escludere". Insomma, si può dare invece che pretendere.

I commenti degli utenti

C'è chi è in accordo con l'avvocato Dona. Chi, invece, propone delle alternative: far pagare sì una tariffa per provare le scarpe ma magari applicare uno sconto sull'acquisto se questo viene concluso. C'è poi chi, oltre al vantaggio della tariffa online, spiega la semplicità del reso, resa invece intricata in negozio. Insomma, il tema lascia davvero tanti spunti di riflessione.

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