Scoppia un terribile dramma nella famiglia di Filippo Turetta: "Qualcosa gli è esploso nel cervello"

E' una storia che ha scosso l'intero paese. Il dramma di Filippo Turetta e l'atroce delitto che ha commesso, hanno lasciato la sua famiglia in uno stato di shock e incredulità. Il dolore che stanno vivendo è difficile da immaginare, ma è fondamentale sottolineare che non ci sono scuse per il suo comportamento. Filippo è un assassino.

Nessuna scusa per Filippo Turetta

Non dobbiamo girarci intorno: Filippo Turetta è un assassino. Un mostro che potrebbe aver pianificato l'assassinio della donna che affermava di amare. Non si trova un coltello per caso nella propria auto.

Non possiamo scusare il suo comportamento, dobbiamo soltanto offrire il nostro sostegno alla famiglia di Giulia e scegliere la via del silenzio. Le parole dell'avvocato che ha ammesso di non aver mai incontrato Filippo non aiutano nessuno. "Amava Giulia, le faceva anche i biscotti", ha detto il legale di Turetta. Ma queste parole non ci dicono nulla su Filippo. Non amava Giulia, era solo ossessionato da lei e dal desiderio di possederla. Abbiamo bisogno di cambiare il modo in cui affrontiamo e raccontiamo questi casi e come difendiamo chi commette femminicidio. Solo così potremo fare progressi per donne, uomini e per la società.

Le parole del padre di Filippo

Nicola Turetta, il padre di Filippo, si è espresso pochi minuti fa davanti ai giornalisti. "Siamo ancora sotto shock per quello che nostro figlio ha fatto. Non riusciamo a capire come sia potuto succedere e vogliamo esprimere le nostre più sincere condoglianze. Siamo vicinissimi alla famiglia di Giulia, perché la volevamo bene". Ha poi aggiunto "quando si sono lasciati per la prima volta, lui diceva 'mi ammazzo, mi ammazzo' e 'non posso vivere senza Giulia'. Io gli dicevo che avrebbe trovato altre ragazze, che non dovesse preoccuparsi. È quello che pensano tutti i genitori". È un segnale evidente che Filippo avesse bisogno di aiuto, perché a soli 22 anni non si può desiderare la morte solo perché una donna ti lascia. Dobbiamo tenere questo presente.

Una tragedia incomprensibile

L'uomo, visibilmente turbato, ha poi detto: "Sembrava il figlio perfetto: mai problemi a scuola, nessuna lite con i compagni, nemmeno con il fratello. È inconcepibile trovarsi in una situazione del genere. Gli è scoppiato qualcosa nel cervello". Queste sono le parole di un padre sconvolto, e bisogna sempre verificare le fonti. Potrebbero essere solo voci. Ma ciò che è certo è che questa storia ci fa riflettere sulla fragilità umana e sulla necessità di prestare attenzione a chi ci sta intorno.

La tragedia che ha coinvolto la famiglia di Filippo Turetta è sconvolgente e comprendiamo il dolore che stanno affrontando. Tuttavia, è fondamentale ricordare che non ci sono scuse o giustificazioni per il suo comportamento. Filippo è stato un assassino e ha commesso un atto terribile.

Una riflessione necessaria

In momenti come questi, dobbiamo esprimere le nostre scuse e offrire il nostro sostegno alla famiglia di Giulia. Dobbiamo anche riflettere sul modo in cui trattiamo questi casi, sia nel modo in cui li raccontiamo che nel modo in cui difendiamo coloro che commettono femminicidi. Solo allora potremo fare un passo avanti per la società nel suo complesso.

Non possiamo giustificare il comportamento di Filippo dicendo che amava Giulia e che le faceva i biscotti. La verità è che era ossessionato da lei e dalla sua possessività. Dobbiamo smettere di difendere i femminicidi e iniziare a prendere sul serio la violenza contro le donne.

Infine, è importante ricordare che Filippo aveva bisogno di aiuto. A 22 anni, non è normale voler morire solo perché una donna ti lascia. Speriamo che questa terribile tragedia ci spinga a prestare più attenzione alla salute mentale dei giovani e a fornire loro il supporto di cui hanno bisogno.

La responsabilità dei media

"Non c'è altro da dire, c'è da chiedere scusa, c'è da dare vicinanza alla famiglia di Giulia e da scegliere poi la via del silenzio." Queste parole del giornalista sono un forte richiamo alla responsabilità dei media nel trattare i casi di femminicidio. È necessario evitare di giustificare o minimizzare i gesti violenti degli aggressori, e invece concentrarsi sulla vittima e sulla sua famiglia. Dobbiamo fare un passo avanti come società, cambiando il nostro modo di raccontare e di difendere chi commette questi orribili crimini. Solo così potremo fare progressi per donne e uomini, e per l'intera società.

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